Il 20 marzo si celebra la Giornata internazionale della felicità, istituita dall’Onu nel 2013 per riconoscere l’importanza della felicità nella vita delle persone. 

Sembra scontato, eppure non lo è. L’obiettivo di questa giornata è infatti porre l’attenzione sulla rilevanza della felicità e del benessere come aspirazioni universali delle vite degli esseri umani. E, di conseguenza, sull’importanza del loro riconoscimento negli obiettivi di politica pubblica. 

Stare bene al lavoro

Il tema della felicità oggi è strettamente connesso anche con quello del lavoro.

Due i fenomeni da evidenziare: da un lato, la maggiore consapevolezza da parte dei lavoratori di quanto sia fondamentale stare bene in ufficio e nel luogo di lavoro, anche a costo di arrivare a licenziarsi. Dall’altro, la crescente attenzione da parte delle aziende a investire sul benessere dei dipendenti a 360 gradi, attraverso welfare state e servizi essenziali come la ristorazione aziendale (o entrambe le cose, come nel caso della partnership tra iColti in Tavola e Trainect).

Rischio burn out

Secondo un’indagine condotta da Mindwork- Wellbeing in progress con BVA Doxa, l’80% dei lavoratori e delle lavoratrici italiane ha provato almeno un sintomo correlato al burnout, termine inglese che indica una serie di sintomi derivanti da una condizione di stress nel contesto lavorativo. 

Il burnout è una condizione da evitare perché incide negativamente sulla qualità della vita delle persone e comporta conseguenze anche a livello aziendale in termini di assenteismo, turnover, calo delle performance, scarso appagamento.

Più benessere, prestazioni migliori

Eppure la felicità e il benessere dei propri dipendenti dovrebbero rivestire un ruolo di primaria importanza nella strategia di ogni azienda. Lo dicono i numeri: secondo l’indagine Global Wellbeing Survey condotta da Aon su più di mille organizzazioni, migliorare i fattori legati al benessere dei lavoratori può aumentare le performance aziendali in una percentuale compresa tra 11 e 55%.

Una vita lavorativa sostenibile conviene a tutti, quindi, perché essere più felici significa resilienza, flessibilità, senso di appartenenza e, dal punto di vista aziendale, anche capacità di attirare e soprattutto conservare i talenti. 

Pausa pranzo come asset strategico

Anche la ristorazione aziendale può essere un asset strategico, a patto di considerarla nella sfera del welfare. 

Così abbiamo concepito le soluzioni e i servizi de iColti in Tavola: una pausa pranzo 4.0, adatta alle esigenze di ogni azienda, grande o piccola che sia, con tanto o poco spazio, dipendenti su turni o in smart working. In ogni situazione, si può scegliere tra tantissime ricette preparate secondi i principi della Dieta Mediterranea, suddivise in sei linee di menù pensate per ogni stile di vita e regime alimentare. 

Dai locker refrigerati di Food 360 a Flexy Food, il delivery aziendale, da Urban 360, che garantisce un servizio di ristorazione completo in soli due metri quadri fino al Market, tutte le proposte sono pensate per garantire non solo pasti sani, gustosi e da mangiare ovunque, ma anche ambienti piacevoli, flessibili in termini di orari ed equipaggiati con tutto ciò che occorre. Perché la pausa pranzo, come la intendiamo noi, deve essere buona, sana e su misura per tutti. 

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